Cominciamo davvero alla grande!
Mine vaganti, regia di Ferzan Ozpetek, con Riccardo Scamarcio, Alessandro Preziosi, Nicole Grimaudo, Lunetta Savino ed Ennio Fantastichini.
Si tratta di un film che ci mostra una vivace famiglia italiana del meridione, i cui due figli maschi dovrebbero subentrare al padre nella gestione dell’azienda di famiglia. E invece si rivelano delle vere e proprie “mine vaganti”.
Il film affronta il tema dell’omosessualità vissuta ancora come un tabu soprattutto nella parte meridionale del paese, da sempre considerata di mentalità più conformista e conservatrice.Eccovi il trailer del film.
Di seguito troverete la spiegazione di alcune espressioni e la trascrizione dei dialoghi.
Buona visione.
Per visionare il trailer del film cliccare qui
qui trovate la trascrizione dei dialoghi:
TRASCRIZIONE
- Era tutto per me, tutto!
(Canzone) Cinquantamila lacrime non basteranno perché
Musica triste sei tu dentro di me
Cinquantamila lacrime…
-E gli dovevano piacere le femmine come piacciono a me, hai capito?
-Ma comunque ci stanno (1) disgrazie più grandi.
-Una mia amica conosce a una (2) che tiene (3) il nipote e pure il figlio.
-Allora le malattie, la fame, la carestia…
-Trent’anni ho buttato a nascondermi.
(Canzone) Non ritornare, no, tu non ti voltare
-Stanno dappertutto, spuntano come i funghi
(Canzone) … sì, cadere. A me piace così
-Che vergogna!
(Risate generali)
-Lo sanno tutti, lo sanno!
-Guarda che il mondo è pieno.
-Com’è brutta la calunnia, mamma mia!
-Troia (4)
-Zoccola (4)
-Guarda che se ti chiamano il principe del foro non è perché sei bravo in tribunale! (5)
-Troppi ce ne stanno che poi a casa ci hanno pure la moglie e i figli.
-Uh, Dio, uh!
-Uno lo riconosce subito un… uno, no? (6)
-È una cosa da cui si guarisce.
-È più faticoso stare zitti che dire quello che si pensa.
-Come sei brutta!
-Anch’io ti voglio bene, signora.
(1) "Ci stanno", è un calco dialettale che significa "ci sono".
(2) Il verbo conoscere in italiano regge un complemento oggetto, quindi correttamente si dovrebbe dire “conoscere una (persona)”. La forma qui utilizzata (“conoscere a una”) è deformata dall’influenza del dialetto meridionale (Puglia).
(3) "Che tiene" = "che ha" (calco dialettale).
(4) Prostituta. Appellativo particolarmente volgare e ingiurioso per una donna.
(5) Doppio senso giocato sul duplice significato del termine “foro” in italiano: a) tribunale, b) buco. Un “principe del foro” è un avvocato particolarmente brillante.
(6) Il personaggio non riesce nemmeno a pronunciare la parola “omosessuale”.